4WuZHVegXm1cjf7tl8WGMqKqxE0 LA FIAMMA DEL PECCATO: Oscar 2013. E' tornato l'ostracismo contro Spielberg?

lunedì 25 febbraio 2013

Oscar 2013. E' tornato l'ostracismo contro Spielberg?

L'unica vera sorpresa dell'edizione degli Oscar è stata quella personalmente meno gradita, e che mi lascia più di qualche dubbio, soprattutto quello espresso nel titolo di questo post.
Steven Spielberg ha dominato il cinema americano dalla seconda metà degli anni '70 e per tutti gli anni '80, eppure l'Academy Award l'aveva sempre ridicolizzato, non regalandogli la statuetta come miglior regista o addirittura evitando di candidarlo anche quando lo avrebbe strameritato. Il colore viola possiede addirittura il non esaltante record (condiviso con Due vite una svolta di Herbert Ross) di aver ottenuto 11 nomination all'Oscar senza riceverne uno.
Ma penso anche a Lo squalo, Incontri ravvicinati del terzo tipo, I predatori dell'arca perduta, E.T., che l'hanno visto solo candidato. Mi ricordo perfino di un film complesso e densissimo come L'impero del sole, altro capolavoro snobbato. E se vogliamo mettiamoci anche una "favola" prepotente come Hook, uno dei suoi film che amo di più.
Insomma, i membri dell'Academy consideravano Spielberg un Re Mida troppo poco "adulto" e troppo conciliatorio per l'Oscar. Un errore di fraintendimento imperdonabile per uno dei storyteller più grandi della storia del cinema, sicuramente il migliore del cinema americano contemporaneo (parlo di capacità di raccontare storie, non di estetica o genio registico, sono cose differenti e solo tangenziali). Non so se riesco a spiegarmi al meglio, ma secondo me la "visione" di Spielberg (non necessariamente il cinema) in quel periodo è stata più grande di quella di Martin Scorsese, George Lucas, William Friedkin e molti altri. Solo il Francis Ford Coppola di Apocalypse Now ne ha avuta ancora più radicale, che infatti si è tramutata in un episodio di cinema irripetibile, al contrario della grande commerciabilità dell'idea di Steven. Cineasti "titanici" come James Cameron o Peter Jackson sono figli di quella visione e del modo in cui Spielberg l'ha inserita nel contesto produttivo hollywoodiano.
Poi nel 1993 è arrivato Schindler's List, il film per cui proprio Hollywood non poteva non premiarlo, ed ecco una prima statuetta che, a mio parere personalissimo, è arrivata per un prodotto straordinariamente architettato ma allo stesso tempo sopravvalutato. Non è il film più sincero e ispirato di Steven Spielberg per prima cosa, e soprattutto quell'anno doveva vincere L'età dell'innocenza di Martin Scorsese, capolavoro folgorante che neppure venne preso in considerazione per le candidature importanti.
Il secondo Oscar per la regia, questo veramente strameritato, è arrivato nel 1998 per Salvate il soldato Ryan. Però non arrivò quello per il film, andato al polpettone Shakespeare in Love. Come dire: riconosciamo il tuo talento, ma di farti trionfare secondo le tue regole neppure se ne parla. Parlo delle regole estetiche incredibili di un film che ha mostrato la guerra con un realismo devastante, come nessuno era riuscito prima, ne è riuscito poi fino ad oggi.
Da quel momento Steven Spielberg ha ricominciato a perdere: zero Oscar su cinque candidature per Munich, compresa quella per la regia, zero su sei per War Horse (e qui, adire il vero, ci può anche stare...) e poco o nulla per i suoi altri film.
E adesso un solo premio su undici nomination per Lincoln, la sua miglior prova dai tempi di Minority Report. E perché il premio come attore a Daniel Day-Lewis proprio non si poteva evitare! Questo è francamente inconcepibile, in quanto si tratta di un film "da camera" spledidamente concepito, raffinatissimo nella messa in scena, diretto con un'attenzione all'immagine e insieme una sicurezza nel dirigere gli attori semplicemente da applausi. Io ammiro molto il coraggio e la dittilità di Ang Lee, che ha ottenuto l'Oscar per la regia di Vita di Pi (Il secondo dopo I segreti di Brokeback Mountain), ma a livello di raffinatezza cinematografica Spielberg meritva totalmente di essere la suo posto. Può quindi sentirsi bersagliato un cineasta che ha ottenuto due Oscar per la regia e altre cinque nomination? Certamente, se di statuette ne meritava almeno il doppio!

Chiuso questo sfogo prolisso e personale, devo dire che gli Oscar 2013 mi hanno nel complesso soddisfatto, a parte anche l'ennesima sconfitta per un genio della fotografia come Roger Deakins (non è possibile, questo è un artista immenso!!!). Il riconoscimento che più mi ha reso felice è quello andato a Jennifer Lawrence, mia adorata "pupilla" dai tempi di un capolavoro come Un gelido inverno. Gli altri film si sono spartiti in maniera prevedibilmente ecumenica i premi, con Argo che  è stato meritatamente proclamato miglior film. Chiudo col dire che secondo me il lungometraggio più bello del 2012 rimane Re della terra selvaggia, che comuqnue aveva già ottenuto il riconoscimento massimo a cui poteva aspirare con le quattro candidature. Forse non avrei dato le due statuette a Django Unchained, ma non posso scrivere che siano "rubate", per carità. Per il resto, ordinaria amministrazione. Chiudo con una battuta su Ben Affleck, cineasta maturo e intelligentissimo. Dopo il suo trionfo qualcuno si dimenticherà finalmente di Daredevil? Io lo spero...
Sotto la lista dei vincitori in ordine di presentazione.

Complete list of winners:

Best Supporting Actor:
Christoph Waltz - "Django Unchained"

Best Animated Short:
"Paperman" - John Kahrs

Best Animated Feature:
"Brave" - Mark Andrews and Brenda Chapman

Cinematography:
"Life of Pi" - Claudio Miranda

Visual Effects:
"Life of Pi" - Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik-Jan De Boer and Donald R. Elliott

Costume Design:
"Anna Karenina" - Jacqueline Durran

Makeup/Hairstyling:
"Les Misérables" - Lisa Westcott and Julie Dartnell

Live Action Film:
"Curfew" - Shawn Christensen

Documentary Short Subject:
"Inocente" - Sean Fine and Andrea Nix Fine

Documentary Feature:
"Searching for Sugar Man"

Sound Mixing:
"Les Misérables" - Andy Nelson, Mark Paterson and Simon Hayes

Sound Editing:
"Zero Dark Thirty" - Paul N.J. Ottosson, ex-aequo con "Skyfall"

Supporting Actress:
Anne Hathaway - "Les Miserables"

Film Editing:
"Argo" - William Goldenberg

Original Score:
Mychael Danna, "Life of Pi"

Original Song:
Adele - "Skyfall"

Adapted Screenplay:
Chris Terrio, "Argo"

Original Screenplay:
Quentin Tarantino, "Django Unchained"

Director:
Ang Lee, "Life of Pi"

Best Actress:
Jennifer Lawrence, "Silver Linings Playbook"

Best Actor:
Daniel Day-Lewis, "Lincoln"

Best Picture:
"Argo"

2 commenti:

  1. Sono daccordo con te per quanto concerne il discorso su Spielberg, e sopratutto sulla porcata di rifilare la miglior regia ad Ang Lee. Insieme a Deakins aggiungo anche Robert Richardson, vergognosamente dimenticato dall'Academy. La Lawrence si brava, ma io personalmente facevo il tifo per la Chastain, da un paio d'anni mi ha stregato! Ultima cosa,davvero un gran peccato lasciare "Re della terra selvaggia" a bocca asciutta...

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  2. Sono tanto contenta anche io per JLaw, ma per me la Chastain resta la migliore quest'anno. Quanto a Beasts of the Southern Wild, che non abbia vinto agli Oscar è scontato, la vera porcata l'hanno fatta agli Spirit Awards...

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