Una questione che mi è sempre piaciuta poco riguardo la critica cinematgorafica è che a mio avviso si parla troppo poco di artisti che non siano registi, attori e in rarissimi casi sceneggiatori o produttori. La grandezza di un lungometraggio è sempre data dalla collaborazione di più menti, e molto spesso montatori, direttori della fotografia, musicisti, scenografi e altri "tecnici" (termine assolutamente riduttivo) hanno dato all'opera un contributo fondamentale.
Un esempio su tutti: cosa sarebbe il cinema di Martin Scorsese senza l'apporto al montaggio del genio assoluto di Thelma Schoonmaker?
L'artista che voglio celebrare oggi è il mio direttore della fotografia preferito in assoluto, l'inglese Roger Deakins. Nel cinema contemporaneo nessuno come lui ha saputo dare alla luce un valore formale e insieme narrativo di potenza così elevata. L'eleganza dell'immagine nel lavoro di Deakins si è sempre fusa con coerenza alle esigenze narrative dei cineasti con cui ha lavorato, interpretandone la volontà estetica senza snaturare la sua idea specifica. Il cinema di Deakins è sempre formalmente ineccepibile, elegante, luminoso, ma mai leccato o inutilmente estetizzante. In alcuni casi il suo lavoro sul contrasto tra luce e ombra, e conseguentemente sulla profondità di campo che tale alternanza comporta, ha ottenuto risultati incredibili. La sua collaborazione con i fratelli Coen, con cui fino ad oggi ha girato undici film a partire da Barton Fink, è a mio avviso a livello artistico la più emozionante del cinema americano contemporaneo. Il film che mi ha fatto innamorare dell'arte di Deakins è stato Fratello, dove sei?, tra l'altro il primo lungometraggio ad essere interamente ritoccato in digitale, come ho scoperto dall'interessantissimo documentario Side by Side che vi consiglio di provare a recuperare. L'anno dopo, il 2001, arrivò L'uomo che non c'era, a suggellare una doppietta cinematografica di raffinatezza estetica inarrivabile, non me ne vogliano altri grandi cineasti.
Anche quando ha lavorato con registi che avevano bisogo di una messa in scena in qualche modo meno ricercata, Deakins ha prodotto grandi immagini: penso a Fargo sempre dei Coen, oppure a Nella valle di Elah di Paul Haggis. Altri invece gli anno chiesto di spingere sul pedale del contrasto, della ricercatezza visiva: allora ecco la fotografia autunnale e potentissima de L'assassinio di Jesse James, quella di Kundun per Scorsese, oppure Jarhead o l'ultimo Skyfall per Sam Mendes. Insomma, come ho già detto, Roger Deakins possiede un suo tocco specifico che sa adattare ai registi con cui lavora in maniera impressionante.
Che non abbia mai vinto l'Oscar nonostante le 10 (!!!) nomination ottenute è a mio avviso una delle più gravi mancanze dell'Academy Award, altro che Leonardo DiCaprio (con tutto il rispetto per un attore che stimo moltissimo)! Per Fratello, dove sei?, L'uomo che non c'era e secondo me anche Revolutionary Road - non fu nemmeno candidato! - la statuetta doveva arrivare senza il minimo dubbio. E invece...
Comunque sia, andate su IMDB o dove preferite e guardate la filmografia di Roger Deakins: sono sicuro che vi troverete almeno un paio di film che amate, più un altro numero di opere di cui ammirate la fattura visiva. Io, quando in sala arriva un film che ha lui coe direttore della fotografia, corro a vederlo a prescindere da tutto il resto...
Condivido pienamente e poi adoro la fotografia di Deakins; uno dei miei preferiti insieme a Tom Stern (straordinario soprattutto in Changeling e nel dittico di Iwo Jima a mio parere) e naturalmente Bruno Delbonner (che ho amato in tutti i film di Jeunet). A proposito ho notato che è proprio Delbonner il direttore della fotografia nell'ultimo film dei Coen (Inside Llewyn Davis) e personalmente la cosa mi eccita parecchio. Hai già avuto occasione di visionare il film? Puoi anticiparci qualcosina???...
RispondiEliminaPurtroppo non l'ho visto Davide, non penso ci riuscirò prima dell'autunno a meno che non lo passino per qualche festival...
RispondiEliminaBè, spero che a Cannes venga presentato (in concorso o non)...Comunque sono sicuro che non appena avrai l'occasione di vederlo non tarderai a recensirlo...:)...Aspetto con ansia (anche perchè escludendo il veterano Goodman, la scelta del cast è quanto mai "curiosa")...
RispondiEliminaCiao adriano,questo è un post decisamente interessante! E a riguardo volevo farti una domanda,cosa ne pensi di Wally Pfister? E soprattutto, secondo te, adesso che ha iniziato la carriera da regista pensi che il prossimo ( o i prossimi ,se gli va bene) film di Nolan possa risentire della mancanza del suo direttore storico?
RispondiEliminaCiao Marco, trovo Pfister uno dei migiori direttori della fotografia contemporanei, il lavoro con Nolan in Batman Begins e soprattutto The Prestige sono clamorosi. Non vedo l'ora di vederlo dietro la macchina da presa. Se avrà una buona storia sono sicuro ne verrà fuori un gran bel film.
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