Il secondo giorno del Tribeca Film Festival 2013 non ha regalato perle come Before Midnight, visto e amato ieri. Quattro i lungometraggi di oggi, nessuno particolarmente esaltante, anzi. Però degli spunti interessanti ci sono stati, andiamo a raccontarli in ordine cronologico.
Il primo film di oggi è stato il franco-irlandese Dark Touch, sorta di Carrie in versione fanciullesca e non adolescenziale, ambientato nelle campagne dell'Irlanda. Bruttino. La regista Marina de Van conferma fin da subito di avere un discreto occhio per le atmosfere e l'eleganza autunnale delle immagini, ma altrettanto in fretta dimostra anche di abusarne. Il film è basato poi su una trama prevedibile nella prima parte, illogica nella seconda. Anche il minimo accenno di messaggio sociale contro la violeza familiare sui bambini è gettato dentro un calderone che mescola dramma e horror senza trovare mai il bandolo della matassa. Film già visto nella storia e presuntuoso nella messa in scena.
Il secondo lungoemtraggio della giornata è stato il per me attesissimo Almost Christmas di Phil Morrison, che vede protagonisti Paul Giamatti, Paul Rudd e Sally Hawkins. Si tratta principalmente di un buddy-movie dolceamaro su due ex-ladri canadesi che per sbarcare il lunario decidono di venire a New York a vendere alberi di Natale. Niente di nuovo nello sviluppo narrativo e nella psicologia dei personaggi. Tematiche risapute, alcune scene divertenti ma nel complesso film indipendente piuttosto "telefonato". A fare la differenza però sono i tre attori, perfettamente in parte. Paul Giamatti poi conferma la sua naturale predisposizione a passare dal registro comico a quello drammatico anche nella stessa inquadratura, pregio che pochissimi interpreti posseggono. C'è poco da fare, questo è un grande caratterista che riesce a impreziosire qualsiasi ruolo. Se il film merita comunque una segnalazione in positivo, è principalmente grazie a lui.
Nel pomeriggio è toccato al dramma provinciale Bluebird di Lance Edmands, che vede tra i protagonisti John "Mad Men" Slattery. La trama e l'ambientazione mi hanno ricordato vagamente un film bellissimo come Il dolce domani di Atom Egoyan. Dove in quel casoperò la messa in scena possedeva un equilibrio estetico incredibile, in questo film invece il regista ha ostentato eccessivamente la sua volontà di muoversi sotto le righe, regalando delle immagini "povere" che in alcuni casi mi sono sembrate posticce, soprattuto nell'uso delle luci. Un film non sbagliato ma neppure memorabile.
Ultima opera della giornata un'altra commedia, Adult World di Scott Coffey protagonista una giovane Emma Roberts che vuole diventare a tutti i costi una grande poetessa senza aver mai visto veramnete il mondo né averlo vissuto. Quando per arrivare a fine mese sarà costretta a lavorare in una videoteca porno allora dovrà per forza di cose confrontarsi con la realtà, anche riguardo il suo talento di scrittrice. Il film, ben ritmato anche se non originalissimo, è tenuto in piedi dalla sorpresa Emma Roberts, vera gemma di questa giornata. Spigliata, superficiale, frizzante, la sua Amy è un contrentrato di umorismo e ingenuità che conquista. L'attrice mostra finalmente delle doti comiche convincenti, che mi lasciano decisamente ben sperare per i suoi film futuri.
Questo il riassunto di una giornata tutto sommato non esaltante del TFF. A domani per la cronaca del festival.
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